Wole Solyinka
 Viaggio
 Non penso mai di essere arrivato, anche se sono
 alla fine del viaggio. Ho preso una strada lontana
 dalle vette ma fatta di domande e che mi porta giù
 verso una casa, a quell’altra terra. So che la mia carne
 intaccata dai morsi è scampata alla frenesia
 dei pesci dentro la ruggine delle chiglie…
 Ma me li sono lasciati dietro nel mio cammino
 e così è andata col vino e col pane
 Non li ho mai divisi con la sconfitta né con la fame
 Me li sono lasciati dietro nel mio cammino.
Non penso mai di essere arrivato, anche se un segno
d’amore e di benvenuto mi attraggono verso casa
Gli usurpatori brindano nella mia coppa
ogni banchetto un’ultima cena 
alla fine del viaggio. Ho preso una strada lontana
dalle vette ma fatta di domande e che mi porta giù
verso una casa, a quell’altra terra. So che la mia carne
intaccata dai morsi è scampata alla frenesia
dei pesci dentro la ruggine delle chiglie…
Ma me li sono lasciati dietro nel mio cammino
Non li ho mai divisi con la sconfitta né con la fame
Me li sono lasciati dietro nel mio cammino.
d’amore e di benvenuto mi attraggono verso casa
Gli usurpatori brindano nella mia coppa
ogni banchetto un’ultima cena
 Traduzione di Luigi Sampietro
 
Poesia n. 313 Marzo 2016
 Wole Solyinka. La furia del dio del ferro
 a cura di Luigi Sampietro 
 
      
