Günter Eich

Ma nell’ora x mi ricorderò che la terra era bella.
Penserò agli amici, alla bontà che fa bello un volto
brutto,
all’amore che incanta gli occhi.
Penserò al cane, compagno dei miei giochi, quand’ero
piccolo,
ai lupini blu sulla costa della Sambia, visti durante
le ferie,
rivedrò le lunghe ombre degli abeti nella malga di
Bauernschmied,
e con Emmy Gruber salirò sul Gederer,
mi ricorderò degli uccelli migratori, alti sull’aeroporto di
Märkisch-Friedland,
dell’odore di birra nella cantina della locanda "Al cervo",
che apparteneva a mio nonno,
del sambuco, della colza, del papavero, intravisti dal
finestrino di un treno,
del rossore della quattordicenne Gabriella Dembitza,
delle luci rosse e verdi nell’aereo lanciato in volo sotto
la costellazione di Cassiopea,
e del ballo sotto i lampioni del 14 luglio,
del profumo della frutta mattutina a Celle sulle
bancarelle davanti al castello,
penserò ai palpiti della lucertola, che mi aveva scorto,
e a una poesia del Divano occidentale orientale che mi fu
di conforto.

Traduzione di Gio Batta Bucciol

Poesia n. 310 Dicembre 2015
Günter Eich. L’inventario e l’enigma
A cura di Gio Batta Bucciol

 

 

 

 


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