Jorge Luis Borges

Elegia

Oh destino quello di Borges
avere navigato per i diversi mari del mondo
o per l’unico e solitario mare dai nomi diversi,
essere stato una parte di Edimburgo, di Zurigo,
delle due Cordove,
della Colombia e del Texas,
essere ritornato, dopo mutevoli generazioni,
alle antiche terre della sua stirpe,
in Andalusia, in Portogallo e in quelle contee
dove il sassone guerreggiò con il danese e mescolarono
il loro sangue,
avere vagato per il rosso e tranquillo labirinto di Londra,
essere invecchiato in tanti specchi,
avere cercato invano lo sguardo di marmo delle statue,
avere esaminato litografie, enciclopedie, atalanti,
avere visto le cose che vedono gli uomini,
la morte, il goffo albeggiare, la pianura
e le delicate stelle,
e non avere visto nulla o quasi nulla
se non il viso di una ragazza di Buenos Aires,
un viso che non vuole che io lo ricordi.
Oh destino di Borges,
forse non più strano del tuo.

Traduzione di Livio Bacchi Wilcock

Jorge Luis Borges
Poesie

(1923-1976)
intr. e note a di Roberto Paoli
tr. di Livio Bacchi Wilcock
RCS Rizzoli Libri 2004


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