Gerard Hanberry

Mendicanti

Ci deve essere anche spazio per il lutto
in questa città scintillante
di arroganza cortese.

Quelle torri splendenti che promettono
immortalità
– tenetele, tenete tutto –
non è che una valle tremula di portoni
sprangati.

Vado verso le colline colori sfocati,
ambra, rossi, blue elettrici.
Da qui posso vedere chiaramente,

templi, teatri, luoghi di sapienza e bugie.
E sulla testa? Il silenzio insolente delle stelle.
Siamo meno che mendicanti. Alla fine

non potremo rubare per te o avere in prestito
un’ora in più,
pur coi nostri poteri, nemmeno un ultimo,
bellissimo, balenante secondo.

Traduzione di Francesca Diano

Poesia n. 315 Maggio 2016
Gerard Hanberry. Quello sguardo di sghembo
sulle cose del mondo
a cura di Francesca Diano

 

 

 


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