Pierluigi Cappello
  Nel mese di maggio
 Dal mio giardino si vedono così e non si possono
 spiegare
 l’accordo dell’azzurro rarefatto e quello del verde 
 che sale e si fa spazio in certe mattine di maggio
 quando il calore viene sulle braccia scoperte
 e tocca il tendine d’azzurro e il tendine di verde
 che credevamo spenti, nella nostra testa di oggi,
 tanti anni fa. In mattine così, la terra si piega
 e si anima in cose inanimate come i sassi
 nel brulichìo nascosto dalle foglie, nel nostro
 essere muti e felici di non avere un nome. Forse daremo un nome a questa luce sugli occhi,
 alla rondine scolpita dall’aria mentre passa,
 all’ombra durata un battito sulle nostre mani;
 forse saremo infanzia e chiuderemo il pericolo
 nel nome del pericolo e allontaneremo le nostre spalle
 dalla città abbagliata e splenderanno amate dal caso 
 e dal vento le nostre impronte quando qualcuno
 chiuderà
 il cancello dietro a noi, e ci guarderà partire.   
 Pierluigi Cappello 
 Mandate a dire all’imperatore
 postfazione di Eraldo Affinati
 Crocetti Editore 2010
 Premio Viareggio-Repaci 2010  
 
      
