Viron Leondaris

Soltanto addio

Non dire: "Addio, ci divide un caos",
perché io non vedo nessun caos.
Bella la notte, con uccelli, con sussurri in fiore,
Bella la notte, e le stelle scintillano, e ridono
lontano le insegne gioiose della felicità…

Non dire: "Addio, ci divide l’infinito",
perché si può misurare quel che ci divide,
perché non è affatto l’"infinito" a dividerci,
ma è il martellìo spietato dell’infelicità che frantuma cuori,
demolisce i legami di ferro e le coscienze,
sradica gli alberi,
spezza le ancore e fa incagliare le navi,
spiana le grida della primavera, i cieli, i profumi e i sogni,
sono le mie mani morsicate,
il mio viso, scavato dai pallini della perfidia,
sono le rondini ferite dei miei occhi
– e i desideri nomadi del tuo corpo…
Chi ha mai pensato di farli schiavi?

Perciò non dire: "Addio, ci divide un abisso".
Guarda com’è semplice e pulita questa stradina con i melangoli, e di’ soltanto "Addio".

Traduzione di Nicola Crocetti


Poeti greci del Novecento
a cura di Nicola Crocetti
e Filippomaria Pontani
Arnoldo Mondadori Editore 2010    

 



 

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