Anne Sexton
 Dal giardino
 Vieni, mio amato,
 contempla i gigli.
 Abbiamo poca fede.
 Parliamo troppo.
 Metti via il tuo scioglilingua di parole
 e vieni con me a osservare
 i gigli dischiusi nel campo,
 che crescono come yacht,
 che lentamente allungano i petali
 senza infermiere o orologi.
 Contempliamo la vista:
 una casa dove nubi bianche
 ornano le apreti fangose.
 Oh, metti via le tue buone
 e cattive parole. Sputa fuori
 le tue parole come pietre!
 Vieni qui! Vieni qui!
 Vieni a gustare i miei dolci frutti.
 Traduzione di
 Cristina Gamberi
 
Poesia n. 311 Gennaio 2016
 Anne Sexton. La zavorra dell’eterno
 a cura di Cristina Gamberi
contempla i gigli.
Abbiamo poca fede.
Parliamo troppo.
Metti via il tuo scioglilingua di parole
e vieni con me a osservare
i gigli dischiusi nel campo,
che crescono come yacht,
che lentamente allungano i petali
senza infermiere o orologi.
Contempliamo la vista:
una casa dove nubi bianche
ornano le apreti fangose.
Oh, metti via le tue buone
e cattive parole. Sputa fuori
le tue parole come pietre!
Vieni qui! Vieni qui!
Vieni a gustare i miei dolci frutti.
 
      
