Cristina Sparagana

In terra sconsacrata

A Francesca

Tu, giovane, non sai. Diversamente
sa chi ha dormito nel cavallo e ha visto
l’alba di Troia.
Foto sui comodini. Urla. Lacerti.
Delicati guerrieri. Mani.
Mani.

Funerali sugli alberi di pesco.

Qaunte candele ancora accese? Quanta
porpora affranta?

Poi la voglia di polvere. Il confine.
Trovarvi il liuto e l’osso ancora ambrato
del primo figlio. Gli occhi
chiusi sul mento.

Cosa mostrarti? Forse il sole estremo
e il suo zenit di paglia?
La canzone che, notte dopo notte,
scavai al tuo fianco?

La cutrettola apprende il breve grido
quando spiuma nel sangue, quando nasce
oltre la ruga della madre. Tu
venuta a sospingermi sul fiore
e sull’esile corsa.
Non ricordare, ma pronuncia
il fuoco,
il suo suono alfabetico, il suo tenue
patto di carne.

Inedito

 



 

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