Pierluigi Cappello
Una lettura
 Pioveva fuori.
 Aprii il libro di Odisseo
 e il libro cominciò con la sconfitta.
 Sotto, immaginai, c’era la fitta
 schiera di cimieri e alte controcielo
 le aste dei barbari di Grecia;
 sulle muraglie rosse,
 ma in lontananza, e delicate come
 il verde degli steli fra le pietre,
 quelle dei fanti d’Ilio sbigottiti.
 L’incantatore greco,
 qui mi conduce e qui trema – pensai –
 in mezzo a questa piana di polveri e di terre
 che hanno veduto rompersi difesa
 e forza e rovinare all’urto
 del combattente acheo
 le armi d’Ettore, il fuoriclasse d’Asia.
 Pioveva fuori,
 dentro l’oscillare del pendolo
 tagliava minuti e il frusciare
 teso dei fogli.
 Per tre volte intorno alle mura
 e trenta miglia almeno,
 legati gli stinchi al carro di guerra,
 sconcio e scempio facendone,
 Achille trascinò le spoglie
 del principe di Priamo
 finché, estenuata, la ferocia
 ricadde come polvere sul campo.
 Lì posava la testa bruna d’Ettore
 e potevi vedere
 di sotto le palpebre malchiuse
 il bianco delle sclere rovesciate
 e potevi sentire,
 ma prima che Achille in alto levasse
 via nel cielo
 asta di frassino e urlo di vittoria,
 salire dal corpo del vinto
 il silenzio del vincitore vero.
Pierluigi Cappello
 Assetto di volo. Poesie 1992-2005
 a cura di Anna De Simone
 Crocetti Editore 2006
 
      
