Pierluigi Cappello legge I vostri nomi  
 Pierluigi Cappello
  I vostri nomi
 Ieri sono passato a trovarti, papà,
 la luce in questi giorni non è tagliata dall’ombra
 negli alberi senza vento c’è l’odore secco dell’aria
 per come posso, ti ho portato il racconto dei temporali,
 l’odore di inverno sulle tempie
 a Chiusaforte è nevicato, nevica sempre
 e le fontane sono ghiacciate
 penso, per qualche momento, che tu sia ancora lassù
 ad accatastare legna con cura
 e non in luoghi come questi
 la casa di riposo con la pista per le bocce
 dove state raccolti come le foglie nel parco
 uniti nell’attesa, lontani dalle città assediate.
 Dicevate domani, dicevate questo è il figlio
 e con il silenzio del fischio nella bufera
 i vostri nomi sono andati via
 voi che siete stati popolo e ombra
 remissione e forza
 il tuo nome, papà, e quello di Bruno, che non era un’antilope
 e tirava sassate al pettirosso sul ramo più alto
 o quello di Giordano, o quello di Cesare, o quello
 di Alfredo, l’artigliere
 o quello di quelli che, come te, sono stati bambini
 che hanno detto domani.
 E adesso non è troppo dire
 quanto poche sono le foglie cadute
 sui giorni di novembre
 per dire cos’è l’inverno negli occhi mentre viene
 tutto il poco possibile è qui,
 nei vostri corpi piegati come l’ulivo
 sulle vostre facce di monete graffiate
 in questo spazio, in questo tempo confusi
 come il cielo e la terra quando nevica,
 e se c’è un’uscita, papà, anche se non posso dire domani,
 la sua luce sulla soglia
 è questo stare dei tuoi occhi dentro i miei
 questo pensarvi vivi, liberi e scalzi
 le tasche piene di sassi, la memoria di voi
 che trema in noi
 come una stella incoronata di buio. 
 Pierluigi Cappello 
 Mandate a dire all’imperatore
 postfazione di Eraldo Affinati
 Crocetti Editore 2010, 2011 4ª edizione
Premio Viareggio-Repaci 2010
 
      
