Ghiannis Ritsos

Il funambolo

No, non vuole lasciarsi andare; la corda trema;
chiude gli occhi.
Il vuoto, in basso, nero per la calma. La corda
non ha fine.
Gli occhi si aprono, si dilatano, fluttuano,
guardano in alto,
si appigliano a una nube, a una foglia; cambiano,
si arrotondano,
diventano due grandi anelli; si afferra ai suoi
occhi – eccolo,
lascia la corda, fa una capriola per aria, si china,
gli cade il cappello, gli cade il fiore dall’occhiello;
– eccolo ancora
tastare la corda con la punta delle dita; sale la scala,
sta in equilibrio, sorride; un ultimo inchino. Nessuno
intorno
ad applaudirlo. Solo una voce: Reggiti, reggiti,
reggiti ai tuoi occhi. Chi lo chiama? Da dove lo chiamano?

19 maggio 1969

Traduzione di Nicola Crocetti

Ghiannis Ritsos
Pietre Ripetizioni Sbarre

a cura di Nicola Crocetti
prefazione di Louis Aragon
Crocetti Editore 2004


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