Stephanos Papadopoulos

I profughi

Lungo sentieri sconnessi fino ai moli erosi
avanzano in gruppi composti, gli occhi di bitume
nei cui riflessi opachi trasvola la luna,
ultima lampada dei re del Ponto, ultima luce
dei profughi prima che s’imbarchino,
prima che i remi putridi fendano l’acqua adirata
e l’acqua si gonfi scalando le scalmiere
per riversarsi in rivoli veloci lungo i fianchi.
Alcuni si dannano riempiendo i cappelli,
ridando l’acqua gelida al mare,
altri attendono a mani giunte, con occhi
che esiliano la luna e si preparano nel buio
per l’ultimo sogno crudele che straripa in silenzio
e il mare ricopre di spuma e poi scorda. Traduzione di Matteo Campagnoli

Poesia n. 231 Ottobre 2008
Stephanos Papadopoulos
La musica della memoria
a cura di Matteo Campagnoli
Crocetti Editore 2008


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