Jorge Carrera Andrade

Invettiva contro la luna

Io potrei dire: Luna, frutto di ghiaccio
tra i rami azzurri della notte.
Ma così tanti gemiti stanno nascosti nelle pietre
e lotte mute si librano nell’ombra,
che dico: La luna è solo un pozzo
di pianto delle ombre.

Così tante lacrime rotolano per le tombe
così tante lacrime scorrono per la fame
di occhi senza età, da secoli,
che la pioggia non cessa sopra il mondo
e della luna non vedo che farina
e il suo piatto vuoto e il suo sudario.

Potrei dire. La luna è una miniera
d’argento favolosa,
la luna va a passeggio in guanti bianchi
a cogliere margherite. Ma ci sono così tanti morti
senza fiori, così tante mani gelide di bimbi
che dico: La luna è il Polo del cielo.

Strega azzurra, incantava il sonno degli uomini,
inventava alle ragazze il primo amore,
se ne andava per boschi in pantofole di vetro
nei tempi felici. La luna era un cuscino
di piume strappate agli angeli
per addormentare l’eternità celeste.

Luna: getta la tua maschera nell’acqua,
spartisci le tue farine, le tue lenzuola, i tuoi pani
tra tutti gli uomini.
Che tu non sia solo un pozzo di pianto, un timpano
o un isolotto di sale, ma un granaio
per la fame infinita della terra.

Traduzione di Chiara De Luca

Poesia n. 226 Aprile 2008
Jorge Carrera Andrade
Un forestiero smarrito nel pianeta
a cura di Chiara De Luca
Crocetti Editore 2008


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