Carl Sandburg
 
Sulla soglia delle tombe
 Le civiltà vengono tirate su e buttate giù
 come i birilli su una pista da bowling.
 Le civiltà finiscono nei carri della spazzatura
 e vengono trascinate via come le bucce
 di patata o gli avanzi di cibo.
 Le civiltà, le opere degli artisti,
 degli inventori, dei sognatori di lavoro o d’ingegno,
 finiscono nella discarica, l’una dopo l’altra.
 Non dite nulla; perché sulla soglia delle tombe
 il silenzio è un dono, non dite nulla; perché di fronte
 agli epitaffi scritti nel vento, di fronte ai canti di cigno
 sospesi nell’aria, il silenzio è un dono; non dite nulla;
 dimenticate.
 Se un qualche sciocco, chiacchierone, fanfarone, si alza e
 dice:
 Fondiamo una civiltà in cui le opere sacre e belle possano
 durare –
 Se un qualche chiassoso idiota si alza e si fa
 sentire – buttatelo fuori – mandatelo via – rinchiudetelo
 a Leavenworth – ammanettatelo nelle gattabuie di Atlanta
 – fatelo mangiare nei piatti di latta a Sing Sing –
 dategli l’ergastolo a San Quintino.
 È la legge; mentre una civiltà muore e finisce
 a mangiare la cenere insieme alle altre civiltà estinte
 – è la legge, che tutti i pazzi, luridi sognatori muoiano per
 primi –
 imbavagliateli, rinchiudeteli, fateli fuori.
 E poiché sulla soglia delle tombe il silenzio è un dono,
 non dite nulla, sì, non dite nulla – dimenticate. Traduzione di Franco Lonati
  Poesia n. 353 Novembre 2019
 Carl Sandburg. Un’immersione poetica nel reale
 a cura di Franco Lonati 
 
      
