Costantino Kavafis

Il dio abbandona Antonio

Come s’udrà, d’un tratto, a mezza notte,
invisibile tìaso passare
tra musiche mirabili, canoro,
la tua fortuna che trabocca ormai,
le opere fallite, i tuoi disegni
delusi tutti, non piangere in vano.
Come pronto da tempo, come un prode,
salutala, Alessandria che dilegua.
Non t’illudere più, non dire: "è stato
un sogno", oppure "s’ingannò l’udito":
non piegare a così vuote speranze.
Come pronto da tempo, come un prode,
come s’addice a te, cui fu donato
d’una città sì grande il privilegio,
va’ risoluto accanto alla finestra:
con emozione ascolta e senza preci,
senza le querimonie degl’imbelli,
quasi a fruire di suprema gioia, i suoni,
gli strumenti mirabili di quell’arcano tìaso,
e saluta Alessandria, che tu perdi.

Traduzione di Filippo Maria Pontani


Poeti greci del Novecento
a cura di Nicola Crocetti
e Filippomaria Pontani
Arnoldo Mondadori Editore 2010    

 



 

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