Eunice Odio

Prigioniera della spuma

I

Prigioniera di carceri di spuma,
dure come i confini del tuo corpo,
io non vedo trascorrere la notte,
ravviso solo il giorno
che splende alle tue ascelle trasparenti
e ti denuda.

Vedo, amor mio,
il giaciglio ove posiamo
ripartendo fra noi
i regali,
i cieli…
Ciò che un dì ci respinse
ma che poi ci accettò per quel che siamo:
mille anni di letizia corporale
di materia assolata
e di parole
che giorno dopo giorno si sussurrano partorite
dall’aria,
che bisogna ascoltare, pronunciare
dentro i rami degli alberi
e in ciò che non si scrive, poiché ancor
non s’inventa il loro nome;
e poiché il piacer loro non fu ancora trovato
e i fiori che vi crescono all’intorno
non son cose del vento
(esse stentano a entrare nell’inverno
e a ritornare nella primavera).

Traduzione di Cristina Sparagana

Poesia n. 259 Aprile 2011
Eunice Odio. Tra i confini estremi
a cura di Cristina Sparagana
Fondazione Poesia 2011

 


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