Thanassis Lambru

Micene

Ho visto Micene
che un tempo fu ricca d’oro
e oggi il vento entra ed esce
scavando le cicatrici sulle mura.
Ho salito le scale verso sera
il vento forte avvolgeva le pietre come un rogo
le stesse pietre che la porpora e il sangue rivestirono
e ora sono indissolubilmente unite nella stessa rete
(chi il carnefice? chi la vittima?)
con le grida ancora vive
che percuotono ancora con forza le rupi
e tornano indietro con gli uccelli.
Mi sono appoggiato all’ombra delle pietre erose
e chiudendo gli occhi
mi sono visto passare davanti danzando
l’addetto ai segnali di fuoco e il rogo
Agamennone Egisto Clitennestra
il riso degli dèi e i cicli del tempo
la terra nera il cielo il mare
e la difficile affermazione di ogni cosa
tutto unito
trascinato in alto da un’aquila reale
nella folgore che si avvolgeva come un serpente
frustando dall’alto la vetta del Profeta Elia.

Traduzione di Nicola Crocetti

Poesia n. 327 Giugno 2017
Thanassis Lambru. Labirinto
a cura di Nicola Crocetti e Durs Grünbein

 

 

 

 


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