Cees Nooteboom

Sera

La sedia azzurra sulla terrazza, caffè, sera,
l’euforbia si tende verso divinità assenti,
piena di nostalgia della costa, ogni cosa un alfabeto
di segreti desideri, questa è la sua
ultima visione prima del buio,

il velo dentro la sua testa. Lui sa,
svaniranno le forme di parole,
nel bicchiere solo la feccia,
le linee non più collegate

che erano state un tempo pensieri,
non verrà più qui alcuna parola
che sia vera. Grammatica sbriciolata,
immagini mosse, scollegate,

del vento il suono
ma non più il nome,
qualcuno l’ha detto
e la morte era distesa sul tavolo,

un domestico pigro, in attesa
in corridoio, con uno stupido sorriso
mentre sfoglia il giornale
con le sue folli notizie.

Tutto questo lui lo sa, l’euforbia,
la sedia azzurra, il caffè in terrazza,
il giorno che lentamente lo avvolge
e se lo porta via a nuoto,
animale mansueto

con la sua preda.

Traduzione di Fulvio Ferrari

Poesia n. 258 Marzo 2011
Cees Nooteboom. Poesia come meditazione
a cura di Fulvio Ferrari
Fondazione Poesia 2011

 


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