Maria Lainà

(Fumo)

E io mi voltai
perché c’era il rischio che sparisse
e avevo dato il cuore per tenerlo.
Ed ecco, vidi!
il sussurro di una beltà come deve uscire dalla terra
o dalle acque, e le acque nella terra,
o dal sonno in aria, e dall’aria in nessun luogo
– esiste sogno che non si addormenti alla spulatura
del mattino?
qualcosa che quando la svegliamo sia lì?
foss’anche l’orlo del suo abito profondo, le sue
babbucce d’argento
il suo passare se non vuol fermarsi?

Ah, che pena, che pena
che grande pena.
Andremo dai morti senza aver sfiorato
il loro amore.

Traduzione di Nicola Crocetti

Poesia n. 310 Dicembre 2015
Maria Lainà. Paura rosa
A cura di Maria Grazia Calandrone e Nicola Crocetti

 

 

 

 


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