Hermann Hesse

Sul passo dello Julier in automobile

Rupi a strapiombo, distese di massi
alghe grigiastre e smorte, verdi, rosse
cime di rocce aguzze erte al cielo
nubi impigliate alle creste come un velo
pozze d’acqua palustre mute e opache
vento tagliente e gelido a folate
squarci sanguigni come ferite inferte
alle alte pareti scabre e irte.
Una strada attraversa il paesaggio
sinuosa e netta, una volta passaggio
di eserciti, di pellegrini e viandanti
oggi soltanto di macchine rombanti.
E chi le guida si potrebbe rifugiare
nella quieta natura, nel cuore
dell’estate, lontano dal rumore:
ma non c’è tempo, bisogna andare, andare
a Bivio, a Coira, Parigi e Berlino.
E via, di corsa, ancor lungo è il cammino,
solo uno sguardo alle nubi tra le creste
alle opache pozze d’acqua palustre,
alle rocce grigie: l’automobile
ci trascina nella corsa inesorabile,
sale, discende, fugge via. Impassibile
il mondo di pietra s’erge ormai remoto
e troppo tardi noi pensiamo: “peccato…”

Traduzione di Donata Berra

Aa.Vv.
Cento anni di poesia nella Svizzera tedesca
a cura di Annarosa Zweifel Azzone
Crocetti Editore 2013
Novità
Informazioni: info@poesia.it

     

 



 

COOKIES E CONDIZIONI D'USO DEL SITO
Questo sito utilizza solo cookies tecnici e analitici, anche di terze parti, al fine di offrire un servizio migliore agli utenti.
Per maggiori informazioni sui cookies accedi alla nostra Cookie Policy.
Dichiaro di aver letto e di accettare integralmente le Condizioni d’Uso del Sito.