Cristina Sparagana

Haiti

La terra era un coltello
di furente miseria e pietra dura.
Noi troppo tardi ne avvertimmo il fischio
sotto l’amaca verde della luce.
I bambini intrecciavano le ossa:
un gigante piegò nella sua mano
un gran fuoco d’aironi.
(Hanno contato il numero dei morti,
A ogni passo un ciliegio senza viso
Infilato nel buio dei cortili.
Tra tuono e culla il pianto è cominciato,
In un cielo di mosche. Poi, la sete).
Mani di quarzo, mani d’antracite
allacciate alla notte. Donne nere
con sirene essiccate fra le braccia.
Humus, canta una fiaba ai nostri figli
Atterriti e dispersi. Fa’ che il sole
Introduca una cetra negli abissi.
Taci come gli uccisi, tuono oscuro.
I perduti ti ascoltano, smarriti.

Inedito


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