Burchiello

XXIX

Rose spinose e cavolo stantìo
sententie vecchie e sangue di bucato
venneno in visione a un soldato
perché ’gli avea beúto vin restio,
e poi gli venne di giostrar disio
ma e’ gli pareva esser apuntato
da un notaio ch’avea il fucile allato,
ché di non fare sgorbi era botío.
Ancora una cutrettola lo venne
a minacciare a letto colla coda
e nello elmetto gli lanciò tre penne:
e’ cadde per paura della proda
e per la gran percossa tutto svenne,
tanto cadde da alto in terra soda.
“Credi che ’l mondo goda
– disse il soldato – se ’l cervel non erra
quattro braccia è dal letto insino in terra”.



Poesia 192 Marzo 2005
Burchiello / La fabbrica della lingua comica
di Daniele Piccini
Crocetti Editore 2005


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