Daniele Piccini

Aylan

Fino a che non ha avuto nome, era
una creatura spenta sulla riva.
Non aveva né colpe né ragioni
per partire, ma gli innocenti seguono
i grandi e mesti flussi della notte.
Chi lo solleva vede che non pesa
se non quel tanto che fa male al petto,
il suo nome si riempie di stupore
un nome aperto, un nome d’aria e vento
che anche disfatto illumina la mente.
Colui che muore da semplice fiore
non finisce di dire:
ma guarda che ti cresca la pazienza
di abbracciarlo in ciascuno
che viene, sconosciuto, per un nido.


Poesia n. 319 Ottobre 2016
Aa.Vv. Canti per i senza patria
a cura della redazione di "Poesia"


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