Agostino Richelmy

Nenia, nel Canavese

Avevano l’altezza che ha l’arbusto
del mirto nero e stretto contro il muro,
camminavano insieme, egli robusto
il corpo, il volto soleggiato e duro,
ella infiammata e ondata da uno scialle
nel dolce portamento delle spalle.

Ora tra i muri o al più lontano prato
o in altra parte non li puoi trovare,
nemmeno discendendo fino al mare.
Fuori del luogo dove il tempo è stato
nessun ricordo si vede o si tocca.
Non c’è più fiato in loro, non c’è bocca.

Erano lì dove ora il mirto ha fiore.
Più meraviglia morte che l’amore.

Poesia n. 217 Giugno 2007
Agostino Richelmy. Poesia del disgelo
a cura di Irene Barichello

 

 

 

 


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